Nel 1656 un’epidemia di peste aveva colpito la città di Roma e rischiava di giungere anche a Tivoli. I Rappresentanti cittadini e il popolo si affidarono alla protezione dell’Immacolata, formulando un pubblico voto con il quale promisero di dedicare alla Vergine una cappella nella Cattedrale da poco ricostruita, e di onorarla solennemente ogni anno in occasione della ricorrenza. In quel momento, la devozione popolare si manifestò con il moltiplicarsi di immagini dell’Immacolata, che furono dipinte sulle porte d’ingresso delle case (alcune oggi sono ancora visibili). La città restò miracolosamente immune al contagio e il voto venne sciolto con la realizzazione della Cappella dell’Immacolata in Duomo. Da quel lontano 1656, ogni anno, le Autorità comunali e il Clero, insieme a numerosissimi fedeli, rinnovano il Voto con una solenne celebrazione eucaristica seguita dal canto del Tota Pulchra e dall’atto di affidamento a Maria. La festa è scandita da un cammino di preparazione che comincia con il sabato seguente alla festa dell’esaltazione della Santa Croce e alla memoria liturgica dell’Addolorata.