L’Insigne Basilica Cattedrale di S. Lorenzo Martire, Duomo di Tivoli, è edificata sulle rovine dell’antica basilica civile di epoca romana. Con la pace religiosa del 313, l’aula del Foro tiburtino divenne centro della nuova società municipale cristiana sotto la guida del Vescovo, dopo che si era spento il culto di Ercole Vincitore nel vicino santuario. Nei secoli XI-XII fu eretta, al posto della costruzione di epoca romana (che probabilmente era stata riadattata per servire come chiesa madre dell’antica diocesi tiburtina), una grande Basilica in stile romanico-laziale, a tre navate, della quale rimane oggi solo l’imponente campanile. Alla metà del XVII secolo, infatti, il cardinale Giulio Roma, vescovo di Tivoli, fece abbattere il vecchio e fatiscente edificio medievale e ricostruì sullo stesso luogo l’attuale Cattedrale barocca. L’interno è a una navata terminante con un’ampia abside. Le decorazioni originali seicentesche furono sostituite nel 1817, su commissione del Papa Pio VII, da un nuovo ciclo iconografico progettato interamente da Carlo Labruzzi. Dello stesso è la pala centrale che raffigura San Lorenzo condannato alla graticola (F. A. Sebastiani, Viaggio a Tivoli, 1828, p. 138) mentre le tempere su muro della parete absidale, così come il catino e il soffitto, sono stati eseguiti insieme ai collaboratori (C. Pierattini, La cattedrale di S. Lorenzo a Tivoli, in Cattedrali nel Lazio (a cura di R. Lefevre), in “Lunario Romano” 1987 (XVI), pp. 135-136). La prima cappella a sinistra, dedicata ai martiri Mario, Marta, Abacuc e Audifax, conserva affreschi della scuola di Pietro da Cortona. Segue, nella seconda (che funge anche da ingresso laterale) il sepolcro rinascimentale di Angelo Leonini vescovo di Tivoli, proveniente dalla vecchia Basilica. La terza cappella ospita le tavole e il rivestimento argenteo del Trittico del Salvatore. Gli affreschi sono opera di Vincenzo Manenti (XVII secolo). La quarta cappella è adibita a “vestibolo” delle due sacrestie con le quali è in comunicazione, quella monumentale dei Canonici (su disegno del Bernini e realizzata per volontà del Cardinale Marcello Santacroce) e quella detta dei Beneficiati. A destra del presbiterio è la cappella dove si conserva il gruppo ligneo della Deposizione di Cristo (XIII secolo). La cappella successiva, dedicata a San Lorenzo e ospitante il Tabernacolo della Cattedrale, presenta tele seicentesche di Lodovico Gimignani e Pietro Locatelli. È delimitata da una cancellata voluta dal vescovo Gigli nel XIX secolo. Sull’altare della cappella seguente, edificata nel 1656 come scioglimento del voto popolare per la salvezza di Tivoli dalla peste, è posta la statua marmorea di Maria Immacolata, attribuita ad un allievo di Pierre Pugeut (XVII secolo). Gli affreschi sono opera di Giovanni Francesco Grimaldi. L’ultima cappella, dedicata al Crocifisso, ospita il fonte battesimale. Un tempo vi era esposto il quadro dell’Addolorata, opera di Guido Reni, attualmente custodito nel tesoro della Cattedrale (viene mostrato solo nei giorni della festa). Le cantorie a ridosso del presbiterio accolgono i due organi storici dei quali è attualmente funzionante quello in cornu epistolae (a destra dell’altare) realizzato da Mathias Scheible a metà del XIX secolo, dalle avvolgenti sonorità romantiche.